Negli ultimi anni, gli approcci minimamente invasivi nella chirurgia dentale stanno guadagnando sempre più popolarità. Questi approcci si concentrano sull’utilizzo di tecniche e strumenti chirurgici avanzati, con l’obiettivo di ridurre al minimo il trauma chirurgico e accelerare i tempi di recupero dei pazienti, e non solo, in alcuni casi non prevedono nè tagli e nè punti di sutura.

Gli aspetti chiave

Uno degli aspetti chiave di questa tecnica è la riduzione della necessità tagli e applicare suture, che possono causare disagio e dolore ai pazienti. Invece, questi approcci si basano sull’utilizzo di strumenti altamente precisi, utilizzati dopo aver fatto una accurata diagnosi ed aver realizzato un progetto in 3D che viene sempre esposto al paziente. Ovviamente la fattibilità dipende da alcuni fattori come le limitanti anatomiche (vasi nervi o seno mascellare) che vengono ogni volta analizzati per accertarne la fattibilità. Ciò significa che se attuabile, i pazienti sperimentano meno dolore, gonfiore e sanguinamento post-operatorio, riducendo anche la necessità di farmaci antidolorifici e anti-infiammatori.

Inoltre, gli approcci minimamente invasivi nella chirurgia dentale hanno anche dimostrato di accelerare i tempi di recupero dei pazienti. Grazie alla minore invasività delle tecniche, i pazienti possono tornare alle loro attività quotidiane più rapidamente e senza rischi aggiuntivi di complicazioni.

Vantaggi anche per l’odontoiatra

Inoltre non sono solo vantaggiosi per i pazienti: essi presentano anche diversi vantaggi per gli odontoiatri. In primo luogo, poter eseguire interventi in grande sicurezza e controllo, conoscendo anticipatamente i risultati raggiungibili, eseguendo procedute minimamente invasive e traumatiche per il paziente.

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